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Continuando un po' di ragionamento sull' imputabilità o meno della signora Pifferi, è utile sapere che ci sono persone inferme di mente che hanno avuto una lunga storia psichiatrica con ricoveri presso reparti psichiatrici con trattamenti sanitari obbligatori che sono in cura da anni presso centri di salute mentale e che seguono una cura anche psichiatrica di tipo psicofarmacologico.
Quindi queste persone hanno, di solito, un amministratore di sostegno. Un amministratore che le aiuta nella funzionalità della loro vita quotidiana, in particolare nella gestione del denaro; proprio perché queste persone di fatto non sanno badare a se stesse. Poi ci sono le persone che commettono gravi reati, come per esempio l'infanticidio, persone che commettono gravi i reati e hanno un corredo di documentazione, diciamo diagnostico psichiatrica e persone che semplicemente il giudice ritiene che possono aver avuto dei problemi di imputabilità proprio al momento del fatto e per le quali si dispone una perizia psichiatrica.
Nel caso della signora Pifferi vi sareste forse chiesti come mai io faccio risalire il confine del fatto non solo nel momento in cui la signora lascia la bambina in casa da sola ma anche a quando la signora rientra a casa; questo perché se noi assumiamo l'ipotesi della difesa per cui la signora era in quel momento, quando lascia la bambina a casa da sola, inferma di mente o semi inferma di mente dovremmo pure assumere che la signora dopo poco si sarebbe resa conto di quello che aveva fatto e avrebbe avuto tutto il tempo di poter salvare la bambina, la bambina si poteva salvare addirittura entro i 3 giorni dicono i medici.
Invece la signora che cosa fa: si rende conto, quando passa da Milano dopo tre giorni, che sarebbe potuta andare dalla bambina ma non lo fa perché avrebbe suscitato il disappunto del suo fidanzato che si sarebbe reso conto di che tipo di madre fosse. Una madre che ha abbandonato la bambina per tre giorni in casa da sola con due biberon; quindi la conclusione, anche senza aver approfondito le carte, diciamo in senso logico tecnico, sotto il profilo delle imputabilità, è che dato che non possiamo assumere che è la signora fosse in uno stato costante di infermità o di semi infermità noi dobbiamo assumere che la signora era perfettamente consapevole di quello che stava facendo tant'è che poi nel primo interrogatorio, che rende all'autorità giudiziaria, lei dice: "l'avevo messo in conto"; quindi c'è un dolo eventuale che la signora aveva calcolato con un grande consapevolezza.